IO STO CON ALLEGRI, NON CON SACCHI

22.04.2017 11:44 di  Fulvio Floridia  Twitter:    vedi letture
IO STO CON ALLEGRI, NON CON SACCHI
CheCalcioCheFa.com
© foto di Federico De Luca

Ogni tanto Arrigo Sacchi interviene per pungere chi, a detta sua, giochi un calcio difensivistico. Lo fa di default, per sostenere, e ci mancherebbe altro, la sua personale visione del calcio.

Ed è stato così pure ieri, all’indomani di un giusto 0-0 della Juventus sul campo del Barcellona con automatico passaggio alle semifinali di Champions. 

Da sempre considero Arrigo Sacchi un tempestivo precursore di alcune novità pedatorie in un momento storico in cui il calcio si stava già da sé trasformando. Ha cavalcato con buone idee la fase di cambiamento del football anni ‘90, ma non posso considerarlo un vero e proprio innovatore o colui chi abbia cambiato il gioco del calcio come invece sento ancora dire da molte parti e anche da lui in persona. Forse nessuno può arrogarsi il merito di essere colui in grado di mutare radicalmente il calcio, anche perché il calcio si trasforma da sé con le sue lente mutazioni. Alla fine, da quando lo hanno inventato, conta solo vincere e a nessuno piace perdere. Questa è la vera filosofia di base, nonostante i suoi profeti o liberi pensatori che si sono avvicendati nei decenni.... 

Come opinionista televisivo invece è bravissimo, capace di cavalcare l'onda della polemica per attivare spunti di discussione mediatica, dei quali però ne farei volentieri a meno. Diciamo che conosce molto bene le logiche televisive e relativo battage mediatico.

Atteniamoci allo specifico dell’altra sera. Forte del 3-0 rifilato al Barca all’andata, la Juventus, a detta di Sacchi, avrebbe dovuto recarsi al Camp Nou per impartire una sonora lezione di calcio ai blaugrana e non praticare una gara di puro difensivismo. Ma perché?

La Juventus ha la miglior difesa europea, partiva dal fragoroso risultato dell’andata e non aveva quindi da dimostrare nulla, ma solo difendere il proprio vantaggio per accedere alla semifinale. Qui non si sta discutendo di filosofia applicata al calcio ma di pura logica del risultato per raggiungere uno scopo, che nel calcio è vincere! E infatti Allegri, grandissimo tecnico, ha saputo centrare l’obiettivo, senza però rinunciare a occasioni che la Juventus è riuscita ugualmente a procurarsi. Per quale motivo Allegri avrebbe dovuto, pronti via, giocare “alto” su un campo ostile come quello catalano, magari esponendosi a un paio di contropiede della Pulce o di Neymar? Invece è stato molto saggio "stoppare" il movimento dei giocatori avversari, applicando raddoppi difensivi e saturando gli ampi spazi dove i campioni catalani sarebbero andati a nozze. Anche perché poi, il buon Arrigo non si ricorda della grande partita dell’andata nella quale la Juventus ha mostrato a tutti come è mutevole e poliedrica, facendo la partita e applicando in casa sua un forcing alto di sacchiana memoria per evidenziare le difficoltà difensive del Barcellona e di conseguenza neutralizzare i rifornimenti ai tre fenomeni che hanno in attacco. 

La Juventus attuale è in grado di assemblare classe dei campioni, spirito di servizio e variabilità di gioco, mettendo gli schemi modulari al servizio delle caratteristiche dei propri giocatori, non il contrario sacchiano che invece anteponeva il suo schema forzato e stucchevole ai suoi giocatori, che diventavano pure pedine dello scacchiere e dove un Mussi (spero non me ne vorrà...) era equiparabile alla stessa stregua di un Van Basten! Nel calcio la componente umana è fondamentale e poi si vince quindi con i Dybala, gli Higuain e anche con i Roberto Baggio! Vero Arrigo?