L'ATALANTA BERGAMASCA CALCIO, NOBILE PLEBEA

05.11.2016 00:00 di Luca Sartini Twitter:    vedi letture
L'ATALANTA BERGAMASCA CALCIO, NOBILE PLEBEA

Quando, nel lontano 17 ottobre 1907, un gruppo di studenti innamorati del Mito greco, vollero rappresentare il loro diverso modo di intendere il calcio, lo sport, l’ardimento fisico, la gioventù, che era alto, poco provinciale e “eroico” secondo la morale del tempo molto guerresca e guerrafondaia, si misero in testa di fondare l’Atalanta Calcio che contemplava varie discipline, tra cui la ginnastica e gli sport d’atletica. Non erano a Oxford, erano a Bergamo, nella località di Zingonia, zona d’industria e di lavoratori. E altra tappa storica di questa Società fu lo spareggio disputato a Brescia il 5 ottobre 1919 con la Bergamasca per l’accesso al Campionato ufficiale. Nel Segno della Bilancia, nella stagione di Venere e di Saturno. Sembrerebbe un connubio da sala da ballo, da bocciofila francese, da teatri o da galleria d’arte e invece… E invece mettendoci anche Marte (e Plutone) è diventata negli anni la migliore squadra giovanile d’Italia e una Società forte, capace, ben organizzata e costruita. Ma andiamo per ordine. Molti tifosi la festeggiano in primavera come Dea che non è, molti la raffigurano con la benda come la Giustizia o la Fortuna, facendo un brutto Mitoraj. In realtà il Mito è molto sagittariano, con delle nuance della Bilancia e della Vergine. Atalanta nasce femmina e quindi per Iaso, suo padre, che voleva un erede maschio e guerriero, fu una delusione (l’androginità della Bilancia nella ricerca del maschile e femminile dentro di sé…) da riscattare con un bel matrimonio. Presto ribaltata, perché aiutata da Artemide crebbe diventando esperta nel tiro con l’arco che dimostrò nell’uccisione del cinghiale e nella corsa, così se il padre voleva un maschio, pochi maschi erano coraggiosi e fisici come lei!. E volendo rimanere vergine e libera di pensare ai fatti-cacchi suoi, subì le attenzioni di due centauri che tentando la violenza ai suoi danni ci rimisero le penne come il cinghiale. Polmoni a mantice, belle gambe forti, chioma più leonina di Cesare Ragazzi, senza curarsi della cellulite, forse in tuta neroazzurra, sfidava i suoi pretendenti alle nozze, non volendo ri-deludere il padre un po’ rompicoglioni per le sue fissazioni di famiglia e solo l’inganno di Melanione che fece cadere delle mele d’oro sul campo di gara, molto afroditesche e da Era, la resero sposa. Non si sa se Zeus o Afrodite, vedendo il suo successivo gusto per l’accoppiamento, continuo e istintuale, molto da Arcitens o Cibele per una mancanza nei suoi confronti (anche la Natura umanissima ha le sue regole) la punirono, facendola diventare un leone come il suo maritino, eliminando il piacere canonico dell’accoppiamento naturale: solo con i leopardi gender avrebbe potuto riprovare un po’ di sano sesso. che però allora non erano a disposizione. E fin qui il Mito che avrà sicuramente fatto drizzare le orecchie ai cultori degli Astri e della grecità. Se guardiamo la sua Carta natale di Società calcistica ci accorgiamo subito che sa scegliere i piedi buoni fra i giovani (i trigoni alla sua pescinità) che nella sua idealità bilancina sa trovare allenatori di personalità che cercano il gioco attraverso l’equilibrio sul campo dell’offesa e della difesa, rendendo eccellenti i movimenti a centrocampo, che molti giocatori di talento vestono e vestiranno la sua maglia (la Bilancia statisticamente è il Segno più fornito dei giocatori più di classe e che lasciano un’impronta di valore) che ha ottimi osservatori in giro per l’Italia e per il mondo, che per il suo perfezionismo nulla è lasciato al caso, che per essere moderni bisogna essere maschi e femmine e cioè capaci di prendersi le responsabilità personali e di servire il gioco di squadra nello stesso tempo, in una parola d’essere tecnicamente duttili, che i giovani non vanno coccolati troppo (il Mercurio in Scorpione) che la famiglia (Nettuno e Nodo in Cancro) può essere resa fragile solo da eccessive libertà o da cambiamenti improvvisi societari (Urano in Capricorno sul Nodo Sud) che sarà regale a suo modo ma non arriverà mai in altissimo (Marte in Acquario a Giove in Leone con la quadratura di Giove a Mercurio scorpionico) e che è forte il legame col territorio senza avere pregiudizi nei confronti degli stranieri (che poi diventano più Italiani degli Italiani). Chi va all’Atalanta non può piangersi addosso. Sarà un caso che nella sua rosa allargata attuale ci siano 6 Pesci, 5 Acquari, 5 Tori, 4 Sagittari e 4 Arieti, 3 Cancri e 3 Capricorni, 1 Bilancia (Toloi difensore brasiliano), 1 Scorpione e 1 Gemelli?!?... In un passaggio forte come quello di Saturno in Sagittario che sfama ora molti guru, gli allenatori orobici sono stati scelti al microscopio ma anche prima non si scherzava: la cuspide Bilancia-Scorpione Colantuono e la Bilancia Reja, ora l’Acquario Gian Piero Gasperini. Stessa cosa per i Presidenti, dopo la Bilancia Ivan Ruggeri e suo figlio Alessandro Gemelli, c’è ora l’abile Antonio Percassi, sempre Gemelli, quasi a ribadire per il Plutone in Gemelli di nascita della Società, che al timone ci deve essere un furbo e potente imprenditore, che controlli da vicino tutto e tutti. Il nome della holding percassiana è Odissea srl, quindi Antonio Percassi in veste d’Ulisse della FIGC... Ora Gian Piero Gasperini non è un uomo facile, spesso incapace di quel graffio in più che lo renderebbe unico, portandolo al top degli allenatori europei (26 gennaio 1958, Grugliasco Torino) mai compreso dai Presidenti primedonne e soprattutto bisogno di tempo per costruire la sua crociata. Di sicuro sa correre e far correre come l’Atalanta del Mito e conosce bene l’intensità del campo. Con lui ci si allena per vincere con la testa, i muscoli e il cuore. Saturno congiunto a Marte in Sagittario, la Luna in Ariete, Urano in Leone e Plutone in Vergine in sestile con Giove, Nettuno e il Nodo Nord in Scorpione, ci dicono chiaramente che è nato per vivere le partite ferocemente, volendo vincere a tutti i costi (le sue espulsioni sono esplosioni del vulcano che ha dentro). Pur essendo trasgressivo, ruvido e rischioso di natura, è molto permaloso, non accettando il minimo tradimento (con l’Inter Pesci e Moratti Toro lo ha vissuto mille volte) e nel dialogo con i giocatori vuole l’esempio non solo la parola (Mercurio in Capricorno quadrato alla Luna) nessuno è troppo vecchio o troppo giovane per lui, bisogna solo usare la giusta alchimia di minuti e di occasioni, sapendo mischiare l’esperienza con la gioventù al meglio. Si amasse di più, forse non darebbe tutto se stesso alla squadra e al Calcio giocato. Ma sarebbe al bar dello Sport.